« Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ecco il nostro errore: vediamo la morte di fronte a noi e invece gran parte di essa è alle nostre spalle; appartiene alla morte la vita passata. » (Seneca)

L’azione si struttura come un attraversamento urbano che prende vita dal mare e giunge nello spazio di esposizione di un palco teatrale. In questa passeggiata, che prevede la direzione di un gruppo di persone da parte di un corpo danzante e l’utilizzo di cuffie auricolari per l’ascolto di una drammaturgia sonora, si ha modo di leggere il racconto autobiografico di qualcuno che arrivando da lontano è in grado di proporre uno sguardo nuovo su punti scelti della città.

Lo straniero ad ogni passo veste e lascia dietro di sé i segni della sua storia, tra costruzione di nuove esperienze, e alleggerimento dai frammenti di un passato che ci appare oggi sotto forma di resto.

L’immagine della sabbia ricorre e rimanda alla continua smaterializzazione del vissuto a opera del tempo. La volontà è quella di utilizzare elementi concreti del luogo per stimolare nello spettatore l’evocazione di ricordi immaginari legati a un altrove lontano.

ARENA indaga il tema della traccia. Rimanda alla ridefinizione d’identità che tocca chiunque lasci indietro qualcosa di sé per andare incontro al nuovo. Si pone l’obiettivo di valorizzare la città di Pesaro in qualità di capitale della cultura 2024.